

A Passo d’Uomo: tutte le ultime notizie sul film
In uscita ad ottobre l’ultima opera del regista francese Denis Imbert, A Passo d’Uomo. Ecco quello che devi sapere.
di Asia Paparella / 29.09.2023
Segnate questa data: 19 ottobre. Si tratta della data di uscita dell’ultimo film di Denis Imbert, “A Passo d’Uomo”, girato in Francia e ispirato al romanzo dello scrittore Sylvain Tesson, “Sentieri neri”. Una pellicola dal cast stellare, letteralmente, visto che il protagonista è il premio Oscar Jean Dujardin. Con lui, Jonathan Zaccai, Joséphine Japy, Anny Duperey, Izia Higelin e Dylan Robert.
A Passo d’Uomo: di cosa parla il film
La trama del film inizia in modo tragico: Pierre, il protagonista nonché esploratore e scrittore, cade da un palazzo durante una serata in cui è particolarmente ubriaco. Da lì, entrerà in coma, ma quando si sveglierà in ospedale prometterà a sé stesso di attraversare la Francia a piedi, partendo dal Sud est e arrivando al profondo nord. In questo modo il film seguirà il viaggio di Pierre e trasporterà anche noi tra le bellezze naturali della Francia, permettendoci anche di seguire il percorso di rinascita di un uomo.
In base a quanto ha spiegato il regista dell’opera, Denis Imbert, A Passo d’Uomo è nato per caso, in un periodo di transizione tra due film durante il quale il regista ha scoperto il libro “Sentieri neri”. A questa scoperta si è aggiunto il contesto in cui tutto il mondo si trovava in quel periodo: parliamo del termine della quarantena da Covid-19, un momento in cui chiunque non ne poteva più di vivere la quotidianità oppressiva della città e sentiva il bisogno di riconnettersi con la natura. Il mix di queste due cose ha dato vita alla trama di A Passo d’Uomo.
Adattare un film a “Sentieri neri”
Quella di adattare un lungometraggio destinato al cinema a un romanzo non è un’impresa facile e Denis Imbert lo sa bene. Per questo, si è avvalso dell’importante aiuto dello sceneggiatore Diastème, il quale, come commentato dallo stesso regista, ha creato lo scheletro del film, lasciando a lui lo spazio per inserire la “carne”. A quel punto, il regista ha inserito i tratti psicologici del protagonista, i suoi flashback e le esperienze di vita, un lavoro molto più semplice da svolgere una volta che si ha una struttura narrativa ben delineata.
Nello scrivere la sceneggiatura, però, regista e sceneggiatori avevano ben in mente che la storia di A Passo d’Uomo non parla di resilienza, bensì di un cambiamento nella prospettiva di vita di un uomo che decide di attraversare la Francia a piedi per fermare il tempo, che decide di riparare la sua vita. E soprattutto, specifica Imbert, non è un film documentario sui paesaggi francesi. Per quanto splendidi, infatti, l’intento del regista non è stato quello di creare immagini da cartolina.
Al contrario, la natura è inserita nel film in funzione di materia, e le inquadrature cercano di evidenziare la piccolezza del personaggio in confronto all’immenso paesaggio che ha intorno. Questa decisione si basa, in modo particolare, su quanto ha detto lo scrittore Sylvain per riassumere il suo romanzo, che ha definito “una conversazione tra un paesaggio e un volto”. E A Passo d’Uomo mostrerà proprio questo, un viaggio interiore immerso nella natura, evidenziando il valore del cammino.